Principio fondamentale della medicina ippocratica. Ampliandone il significato ne deriva il metodo di somministrare rimedi opposti agli effetti del male: per esempio, l’applicazione di ghiaccio sulle parti infiammate.
Un farmaco
è una sostanza esogena, organica o inorganica, naturale o sintetica, capace di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente, positivamente o negativamente, attraverso un'azione fisica, chimica o fisico-chimica. Tale definizione, non funzionale è necessaria a dare la nozione esatta e scientifica di farmaco. Si distingue pertanto dalla definizione di medicamento, ovverosia sostanza destinata a curare un organismo, definizione funzionale che presenta però evidenti problemi concettuali.
Un farmaco può essere utilizzato o somministrato allo scopo di ripristinare, correggere, modificare funzioni fisiologiche, esercitando un'azione farmacologica, immunologica o metabolica, oppure per stabilire una diagnosi medica. Un farmaco può anche essere utilizzato per sospendere o far cessare funzioni fisiologiche.
Poiché l'assunzione di farmaci senza la necessaria competenza può portare svariati effetti collaterali fino al decesso (non a caso la parola farmaco deriva dal greco pharmakon, veleno), è istituito uno speciale regime di vendita che varia da nazione a nazione. Con poche eccezioni (farmaci da banco, gli OTC, vendibili anche in altri esercizi commerciali), i farmaci possono essere dispensati nelle farmacie dal farmacista e solo presentando la relativa prescrizione scritta di un medico abilitato alla professione. Certe particolari classi di farmaci, come gli stupefacenti e i loro derivati, sono soggette a restrizioni ancora maggiori (ricetta ministeriale a ricalco, RMR).
In generale, i farmaci vanno conservati al buio in luogo fresco e asciutto, fuori dalla portata dei bambini. Si conservano di solito per un periodo di tempo che va da 2 a 5 anni. Lo smaltimento dei farmaci deve essere effettuato presso gli appositi contenitori presenti nelle farmacie, perché le sostanze presenti in essi, se trattate negli impianti di smaltimento tradizionali insieme con gli altri rifiuti, possono dare origine a tossicità.